sabato 18 maggio 2024

pc 18 maggio - Processo d'appello "Ambiente svenduto" di Taranto parte molto male - un primo segnale negativo anche per il futuro?

dal blog tarantocontro

Lo Slai cobas e le parti civili da esso organizzate esprimono una valutazione nettamente negativa dell'udienza di ieri al processo "Ambiente svenduto".

Con un'ordinanza il presidente della Corte d'appello, Giud. Del Coco, ha sospeso l'esecutività della provvisionale stabilita per tutte le parti civili dalla sentenza di primo grado - aderendo alla richiesta dei legali degli imputati fatta nell'udienza del 19/4.

Una decisione, tra l'altro improvvisa, che ci si aspettava che, comunque, come aveva detto nella prima udienza lo stesso Giudice, doveva essere parte delle decisioni dell'ultima udienza di questa fase, quella del 12 luglio. Una decisione che ha anche sottratto agli avvocati di parte civile e ai PM la necessaria e normale replica su questa richiesta di sospensiva da parte dei legali degli imputati

Questa ordinanza è stata chiaramente accolta con sorrisi e soddisfazione dai legali degli imputati. Di fatto essa è stata un primo segnale positivo verso la difesa degli imputati, e invece uno schiaffo ai tantissimi lavoratori, Ilva, cimiteriali, abitanti dei quartieri inquinati a cui così viene negato anche quel primo risarcimento. E rappresenta oggettivamente una prima messa in discussione della sentenza di primo grado.

Perchè questa fretta, e questa decisione? Così oggettivamente si è condizionato, indirizzato in un senso pro difesa imputati e anti sentenza di primo grado il processo. D'altra parte l'ordinanza non si è limitata a sospendere l'esecutività della provvisionale, l'ha motivata ampiamente con argomentazioni

venerdì 17 maggio 2024

pc 17 maggio - La disoccupazione ti ha dato un bel mestiere... carabiniere

 

Carabinieri, la scuola di Firenze sotto accusa. In 60 hanno abbandonato il corso: “Punizioni e pratiche umilianti”

Carabinieri, la scuola di Firenze sotto accusa. In 60 hanno abbandonato il corso: “Punizioni e pratiche umilianti”
Nei mesi scorsi il sindacato Unarma aveva depositato diversi esposti denunciando il clima “totalitario” della scuola marescialli toscana, dove lo scorso 22 aprile una ragazza si è tolta la vita Firenze — Controlli dei messaggi Whatsapp, perquisizioni delle valigie, altre pratiche umilianti. Al punto da spingere una sessantina di allievi ad abbandonare il corso: «Un approccio che sembra riflettere una modalità di preparazione simile a quella dei marines»

pc 17 maggio-Riprendiamoci il salario che padroni/governi/confederali ci hanno rubato! Lottiamo per il rovesciamento di questo sistema! (da Controinformazione rossoperaia del 16/05)

 


Il quotidiano della grande stampa della finanza dei padroni, Milano Finanza, scrive: Italia peggiore in Europa per perdita di potere d'acquisto, la guerra colpisce i salari. Uno studio rivela che gli stipendi reali degli ultimi quattro anni sono caduti dell'8%”.

E questo non è una novità per i lavoratori che la stanno pagando sulla propria pelle e non è una novità per noi che da tempo denunciamo lo stato della situazione, l'attacco ai salari, il calo dei salari e come il salario sia il motore della lotta sindacale di classe dei lavoratori. Invece, proprio sul fronte del salario non è stato fatto nulla. I recuperi nei contratti sono stati ridicoli.

Ma la cosa più impressionante è leggere tutto l'articolo che scrive Milano Finanza: “Retribuzione reale per dipendente giù dell'8% dalla fine del 2019 mentre nell'Eurozona (dove non è che ci siano fenomeni e non è che dilaghi la lotta salariale) però la perdita dei lavoratori è del 3%”. Dice sempre lo stesso giornale: “per Unicredit è l'effetto di richieste più limitate sugli stipendi, di rinnovi graduali dei contratti e assenza del salario minimo”. La prossima volta facciamo fare all'Unicredit la trattativa, facciamo fare alle banche la lotta per i salari a tutela dei lavoratori, perché quando Unicredit scrive questo dimostra, dal loro punto di vista, che in Italia non c'è un sindacato, che i sindacati confederali sono complici dei padroni, alleati di essi nel taglio dei salari, nel contribuire alla diminuzione dei salari. Solo il sindacalismo di base ha fatto richieste di aumenti salariali seri, solo il sindacalismo di base ha insistito per i rinnovi dei contratti, vedi il caso della logistica e solo il sindacalismo di base e di classe si è battuto per il salario minimo, anche per legge, perché fosse una diga o un punto di riferimento per i milioni di lavoratori poveri degli appalti, in particolare degli appalti comunali e degli appalti della pubblica amministrazione.

Queste richieste salariali avanzate non sono state portate avanti perché il dominio dei sindacati confederali e la passività dei lavoratori ai limiti della stupidità, ha fatto sì che i padroni hanno visto ingrassare i loro profitti durante la pandemia e oggi durante i periodi di guerra, mentre i lavoratori hanno visto calare i loro salari, per non dire quello che è successo per i lavoratori un pò più garantiti con le casse integrazioni permanenti e flessibili nelle grandi fabbriche che hanno permesso ai padroni di usare i lavoratori come schiavi, come lavoratori a giornate, hanno visto le buste paga dei lavoratori per effetto della cassa integrazione scendere al di sotto del minimo vitale. Anche su questo siamo noi che abbiamo insistito per un'integrazione salariale, governativa, per legge, della cassa integrazione dato che sul piano delle trattative non si conclude niente. Abbiamo detto di usare la questione pandemia per chiedere l’integrazione salariale tra la montagna di soldi buttati per i bonus per le biciclette, per l'assistente psicologico e per altre stronzate simili, sono soldi buttati per i dehors dei locali, per i bar, e in qualche maniera così se la sono cavata una buona parte di essi, invece per i lavoratori messi in cassa integrazione durante la pandemia, costretti a stare a casa, non c'è stata una lira di integrazione salariale.

Quindi padroni e sindacati ci hanno rubato il salario. Gli operai devono ribellarsi a padroni e sindacato e al governo che rappresenta i padroni e che in parte rappresenta i sindacati perché gli incontri i sindacati li hanno avuti, gli strilli di Landini non hanno prodotto nulla per i lavoratori.

L'Italia è stato il paese europeo con la maggiore discesa dei salari reali, cioè al netto dell'inflazione negli anni della pandemia e della guerra in Ucraina. Abbiamo strillato che carovita e guerra vanno insieme e non tanto per le spese militari - le spese militari i governi imperialisti in guerra non li tolgono dai salari, li tolgono dalle spese sociali, dalla sanità, dalla scuola e così via - quanto per il meccanismo normale di funzionamento del sistema capitalista. Leggere alcune pagine di “Salario, prezzo e profitto” di Marx apre gli occhi e permette di avere un indirizzo netto e chiaro nella lotta economica dei lavoratori certamente non è centrale perché per rovesciare padroni, governi nelle crisi, nelle guerre, ci vuole la lotta politica rivoluzionaria, ci vuole la lotta che attacca i governi, lo Stato del Capitale e i padroni e rimuove le cause di quello che succede. Ma la stessa lotta economica ha tutte le ragioni di essere una barriera minima di fronte all'attacco di padroni e governo, il funzionamento normale nel sistema capitalista. Una barriera minima che se viene impugnata diventa anche una scuola di lotta, una scuola di guerra che serve alla lotta politica per cambiare lo stato delle cose.

E invece dobbiamo leggere sui giornali padronali, in una pagina di Milano Finanza del 14 maggio, delle cose che sono nella vita quotidiana, nelle fabbriche, nei posti di lavoro e cioè che la retribuzione reale per dipendenti è scesa dell'8%.

Marco Valli, capo globale della ricerca della banca Unicredit, sui salari dice esattamente questo. “Certo, dice, la dinamica degli stipendi consente all'Italia un recupero di competitività rispetto al resto dell'Europa”, cioè i padroni si vedono favoriti nella guerra con i padroni esteri che sono stati “costretti” a concedere dei salari più alti di quelli italiani ma bassi relativamente alle retribuzioni che spetterebbero agli operai in tutta Europa, per non dire in tutto il mondo.

Però la Banca dice: “eh sì, sarà, però teniamo conto che i bassi salari impediscono la ripresa dei consumi di massa”. I lavoratori sono costretti a stringere la cinghia, a non arrivare alla fine del mese, non solo non possono permettersi, se non coi mutui, le spese sanitarie o il mantenimento, la casa, il mantenimento dei figli a scuola e alle Università ma sostanzialmente sono sempre meno per comprare spesso i beni essenziali, dai beni alimentari a quelli che servono per la vita di tutti i giorni. E questo chiaramente si riflette nei consumi e quindi nelle vendite della catena che dalla produzione tramite la circolazione arriva nella vita quotidiana dei lavoratori.

Il salario minimo. Giorgia Meloni, ultima arrivata e peggiore di tutti, una persona che non ha lavorato mai in vita sua, l'unico lavoro che si ricorda di aver fatto per qualche giorno è la baby sitter per Fiorello, mentre in realtà non ha mai lavorato, ha campato di politica, una parassita come Salvini e come tanti di loro, peggiore di coloro che rappresentano il Capitale ma almeno si guadagnano la pagnotta lavorando per i padroni ma lavorando, invece questa lavora solo per i padroni e piglia i soldi come una parassita e osa parlare di coloro che avevano il reddito di cittadinanza a cui viene tolto e che di fronte al salario minimo rispondono picche.

Da molti anni la crescita delle retribuzioni in Italia è inferiore a quella degli altri paesi”. E si unisce alla bassa produttività che fa dell'Italia un anello debole della catena dei grandi paesi imperialisti, in Europa come nel mondo.

L'inflazione. Calo dei salari e inflazione vanno insieme, non sono uno l'effetto dell'altro. Contemporaneamente i lavoratori perdono salari e perdono ulteriormente il potere d'acquisto a fronte del carovita, come due processi congiunti del sistema capitalista e dei padroni e governo che li amministrano.

In questa catena dei padroni gli Stati Uniti sono andati meglio che l'Europa e questo è lo sviluppo ineguale del capitalismo scaricato a diversi livelli sugli operai di tutto il mondo.

Non si vedono, dice questo Marco Valli di Unicredit, rischi di spirale tra salari e prezzi”.

Bastardi! Ce l'avete raccontata per televisione, voi bancari, voi autorità finanziarie, Visco ecc, voi Confindustria, voi governi, che non si possono aumentare i salari altrimenti si alimenta la spirale prezzi/salari. Il risultato è che i prezzi sono aumentati lo stesso, i salari sono calati al doppio. E ora dobbiamo assistere all'uomo dell'Unicredit che ci dice che “non si vedono rischi di spirali tra salari e prezzi”. Gli unici che si sono bevuti queste stronzate e le hanno accompagnate sono stati i partiti parlamentari della falsa sinistra, sono stati i dirigenti confederali - gli ineffabili dirigenti confederali - vero cancro del movimento sindacale ed espressione di quegli apparati e burocrazie dei lavoratori che hanno i loro interessi collocati nell'aristocrazia dei lavoratori ai danni della massa dei lavoratori che sono realmente sfruttati.

Su questo terreno dobbiamo considerare che arriverà il tempo della rivolta operaia che deve prendere come prima bandiera la lotta per il salario, arriverà il tempo degli scioperi selvaggi e prolungati come in altre fasi come in Italia negli anni ‘70, ma negli altri paesi europei, perfino negli Stati Uniti, non c'è bisogno di tornare agli anni ‘70.

Arriverà il tempo della lotta salariale? arriverà il tempo in cui la lotta salariale innescherà la rivolta dei lavoratori nelle fabbriche e nei posti di lavoro? arriverà il tempo in cui questo toglierà la maschera al sistema politico, comunicativo, che impone i salari bassi e il peggioramento costante delle nostre condizioni di vita e di lavoro?

A questo punto non ci rimane che aggiungere che questo domanda il sindacalismo operaio, di base, di classe. Certamente anche su questo terreno non è che i sindacati di base siano dei fenomeni, anzi, alcuni sindacati di base fanno piattaforme, più piattaforme, ma sono altrettante burocrazie. Abbiamo avuto l'esempio virtuoso delle lotte dei lavoratori della logistica ma poco più di questo. E chiaramente per noi rimangono centrali le fabbriche, grandi, medie, piccole.

Tu dici: ma abbiamo rinunciato al salario ma almeno abbiamo lavorato….. Ma quando mai? Invece cassa integrazione, disoccupazione, licenziamenti, chiusura delle fabbriche sono andati lisci.

Sì, non abbiamo difeso il salario ma almeno abbiamo dei contratti stabili…. Ma quando mai? i contratti sono sempre più passati da contratti a tempo indeterminato a contratti a tempo determinato e in questo discorso del tempo determinato il contratto multiservizi, il lavoro a chiamata, gli appalti al massimo ribasso che fanno sì che 5 milioni di lavoratori siano al di sotto di qualsiasi tipo di salario minimo. E non solo, ma ci si è ammazzati di lavoro per portarli a casa e ci si è ammazzati perché qualcuno è morto sul posto di lavoro perché è chiaro che dietro le morti sul lavoro c'è un lavoro in ogni condizione dettato dai soldi, cioè dai salari bassi.

E’ quindi la catena mostruosa - ma scientificamente in azione - del modo di produzione capitalista contro cui bisogna insistere, insistere, insistere e creare una controtendenza che richiede autonomia operaia, organizzazione, lotta di classe, guerra di classe che in una dinamica di scontro reale possa far camminare la volontà, il progetto di un rovesciamento generale del sistema dei padroni e che permetta agli operai di diventare la bandiera della rinascita dei lavoratori, del mondo del lavoro e, indirettamente, la trasformazione reale di questo paese.

pc 17 maggio-La legge europea sul diritto di asilo è prodotta dalle politiche razziste e repressive dei governi con cui il governo Meloni è ben allineato e coperto

da Controinformazione rossoperaia del 16/05



Il patto sull'immigrazione e asilo è diventata legge europea. Titola il manifesto: “La Ue trasforma le frontiere in prigioni. Anche i minori potranno essere trattenuti nei centri. La denuncia dell'ONG”.

Noi abbiamo un governo di merda, razzista, antimigrati, che fin dal suo primo giorno ha dimostrato di che natura è con i morti sulle spiagge di Cutro e con le leggi che invece di tutelarli hanno trasformato le morti dei migranti in una legge a cui si è aggiunta tutta la canea fatta per trasferire anche i migranti nei Cpr in Albania e i giri di valzer della Meloni per i paesi del Mediterraneo, Tunisia in testa, per fare con loro accordi affinchè i migranti li caccino loro, li affoghino loro, li rinchiudano loro nei lager come la Libia.

Melting Pot-Gjadër, l'area di costruzione del CPR, aprile 2024
in Albania

E su questo abbiamo sentito le anime belle dell'antirazzismo e dell'opposizione strillare. In molti hanno avuto fiducia che l'Europa, la civile Europa, fatta di governi differenti dal lurido governo della Meloni potesse essere un contraltare, come di tanto in tanto succede quando emettono dichiarazioni che condannano la politica anti immigrazione dell'Italia e invece l'Italia è stata presa ad esempio non certo perché, come dice la Meloni, noi siamo bravi e siamo ascoltati in Europa ma perché l'Europa imperialista, fatta della stessa matrice, rispondendo agli stessi padroni in tutta l'Europa imperialista, ha usato la Meloni per poter fare la politica che tutti i governi imperialisti vogliono fare: cacciare i migranti per ottenere il consenso anche all'interno dei loro paesi e per costringere comunque i migranti che arrivano nei loro paesi in condizioni di precarietà e di ricatto permanente e di ridurre in schiavitù quelli che lavorano.

L'Europa che si fascistizza diventa tutta razzista, è tutta di un colore - il nero - e lega questo nero al nero più generale della politica imperialista di guerra, di rapina, di oppressione dei popoli.

E che questo sia assolutamente strumentale è dimostrato dal diverso trattamento verso i migranti dell'Ucraina rispetto alla massa di migranti che arriva dai paesi dell'Asia, del Nord Africa perché quelli sono da sostenere perché sono all'interno della politica di guerra dell'imperialismo e dell'uso dell'Ucraina come prima linea della guerra. E, usando l'Ucraina come prima linea della guerra, vi sono i profughi ucraini e questi se li tengono, anzi li usano come bandiera per dimostrare che loro aiutano i migranti di guerra mentre in realtà affogano i migranti.

Le leggi trasformano le frontiere in prigioni. 24 mesi per fare questa riforma e poi nella sostanza si arriva alla detenzione dei migranti. E poi si arriva alla negazione dei diritti d'asilo e poi si arriva alla lotta nei confronti delle ONG e... possiamo continuare a lungo.

I migranti sono parte della nostra classe, il proletariato, i lavoratori non hanno nazioni, colori, religioni, siamo tutti proletariato da unirci contro i padroni che sfruttano i lavoratori, italiani o immigrati che siano, e che usano anche le leggi anti immigrazione per schiavizzare, abbassare il salario dei lavoratori che già lavorano.

Combattere queste leggi, combattere l'Europa degli Stati e dei governi razzisti antimmigrati. combattere i governi dei paesi oppressi che si prestano - vedi il governo tunisino - agli interessi dell'imperialismo italiano, al neo colonialismo. Questa è l'unica politica che ci serve, è l'unico modo di ragionare che ci serve e da cui possiamo trarre tutti gli elementi per costruire l'esercito proletario che è l'unica alternativa ai padroni e al loro sistema.

pc 17 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - da Torino: ancora sulle occupazioni studentesche per la Palestina - Elezioni, la nostra posizione - economia di guerra

 

pc 17 maggio - operazione repressiva contro compagni a Padova - massima denuncia e solidarietà

All’alba del 14 maggio la Digos è piombata in casa di alcuni compagni, prelevando tre di loro e portandoli in questura.

Oltre a questo anche la nostra sede è stata sottoposta a perquisizione, con tanto di reparto celere a guardia della situazione, sequestrando materiale del corteo del 25 aprile.

Non entriamo in merito dei fatti con le indagini in corso. Vogliamo però segnalare un dato, in questi mesi siamo stati al centro delle manifestazioni che davano solidarietà alla Resistenza palestinese e in questi giorni stiamo sostenendo le proteste studentesche contro la guerra e gli accordi tra i nostri atenei e l’entità sionista.

Non ci sembra un caso quindi che, in un periodo in cui le esigenze della classe borghese e del governo sono quelle di reprimere qualunque voce contro la guerra della NATO e degli USA, la repressione colpisca chi sostiene e supporta questo movimento.

Oggi infatti ci sarebbe la contestazione del senato accademico per la rescissione degli accordi tra UniPd e entità sionista e proprio oggi, puntale, la repressione dello stato colpisce, quasi come a mandare un segnale a tutti e tutte: “se continuate su questa strada sappiate che non avrete vita facile“. 

Non ci facciamo intimorire da questa becera provocazione e continueremo a sostenere le lotte per la liberazione della Palestina e tutte le lotte che ci vedono coinvolti, perché sappiamo che se il nemico ci colpisce duramente allora siamo sulla strada giusta. 

Ci troverete sempre ai nostri posti nelle piazze, nei posti di lavoro, in università, pronti a cambiare questo sistema capitalista fatto di  guerre, miseria e morte. 

LA REPRESSIONE NON CI FERMERÀ 

PORTIAMO L’INTIFADA NEL CUORE DELL’IMPERIALISMO 

UN SOLO GRIDO: RIVOLUZIONE

Collettivo Politico Comunista Levante – Padova

https://www.facebook.com/collettivo.politico.comunista.levante

pc 17 Maggio -- dalle università occupate e in lotta per la Palestina

 tratto da Infoaut

Torino si unisce alle mobilitazioni studentesche in solidarietà alla Palestina che da settimane hanno travolto gli atenei di tutto il mondo, occupando le sedi di Palazzo Nuovo, Fisica e la cittadella del Politecnico.




Queste occupazioni si inseriscono in un contesto di mobilitazione costante per la liberazione palestinese e non riguardano esclusivamente la realtà accademica, poichè il processo di militarizzazione delle università interessa la società nel suo complesso: gli atenei mettono al servizio di aziende belliche come Leonardo e Elbit System, risorse economiche, materiali e soprattutto umane per lo sviluppo di armi e tecnologie utilizzate a Gaza, nascondendosi dietro il meccanismo del dual use.

Dopo più di 7 mesi dall’inizio del genocidio, quasi 40 mila palestinesi uccis3 dall’esercito sionista e 76 anni di pulizia etnica e colonialismo, anche dalle università è necessario dare un segnale. Le notizie che in queste ore arrivano da Rafah e Jabalia ci fanno sentire ancora più forte la responsabilità di mettere in campo iniziative di solidarietà concreta al popolo palestinese e di interrompere la complicità delle nostre istituzioni nel genocidio in corso.

L’assemblea inoltre denuncia la gravità dell’incontro che si è tenuto oggi tra i Ministri dell’Interno e dell’Università, e i rettori e le rettrici per la “gestione” delle occupazione, a dimostrazione dell’intervento sempre più manifesto della politica di governo nel controllo del dibattito politico nelle università. Un dibattito ed una presa di posizione che, invece, questa settimana saranno più vive che mai.

a Fisica Occupata.

Considerato il momento storico in cui viviamo, è nata spontaneamente, da un gruppo di student* di Fisica di Torino, la necessità di intraprendere un percorso di riflessione e lotta sul ruolo e sulle responsabilità della scienza all’interno delle dinamiche coloniali e belliche. Come comunità scientifica sentiamo il bisogno di interrogarci su questi temi e prendere una posizione forte sulla complicità del mondo accademico nel genocidio palestinese. Dopo 76 anni di occupazione violenta e coloniale, in seguito alle rivolte del 7 ottobre, Israele ha intensificato il percorso di pulizia etnica ai danni del popolo palestinese. Dal 7 ottobre sono mort* più di 34000 palestines*, di cui circa 15000 bambin*, senza contare tutte le persone disperse e ferite. Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio e il silenzio delle istituzioni e del mondo accademico è assordante e complice.

Nel 2023 l’Italia ha venduto armi a Israele per un valore di 13,7 milioni di euro, con un incremento nell’ultimo trimestre, quando il genocidio era già in corso. Queste morti sono sulla nostra coscienza, il nostro ruolo in quanto cittadin* e student* deve essere quello di opporsi con tutti i mezzi necessari alla complicità del Governo Italiano e della NATO tutta. Abbiamo deciso di occupare il Dipartimento di Fisica di Torino, unendoci alla chiamata di Giovani Palestinesi e all’ondata di Intifada Studentesca che sta avvenendo in molte Università del mondo. In quanto student* di Fisica è essenziale una nostra presa di coscienza sul ruolo della scienza nell’industria bellica. La stessa scienza che ogni giorno studiamo non è asettica e non può essere più apolitica: non è difficile realizzare che tra la teoria fisica e la costruzione di armi c’è un processo intermedio che ci riguarda e ci vede coinvolt*, senza di noi alcune atrocità non si potrebbero compiere.

Il progresso tecnologico e scientifico, con il quale giustifichiamo il coinvolgimento 6 necessario del mondo accademico, non genera necessariamente un progresso umano. Basti vedere che negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha prodotto più di 12000 testate nucleari e nuovi metodi di sterminio. Questo non significa lavorare per la scienza o per i suoi possibili risvolti positivi nella società, ma significa vendersi all’industria militare. Non vogliamo più che il mondo accademico sia coinvolto in questi processi e riteniamo doverosa una presa di posizione netta sul genocidio in corso. La nostra Università si proclama antifascista e antimilitarista: bellissime parole che non vengono applicate in pratica, che cadono davanti agli accordi che l’Università ha stilato con aziende come la Leonardo. Vogliamo che la conoscenza che ci viene impartita come scienziat* sia critica e che ci metta di fronte alle responsabilità che derivano dal nostro ruolo e dalle capacità tecniche e teoriche che sviluppiamo nei nostri percorsi di studio. PALESTINA LIBERA! PALESTINA LIBERA!


pc 17 maggio -31° Corteo a Milano per fermare il genocidio del popolo Palestinese - SABATO 18 maggio

 


 

NAKBA 1948 - 2024

Fermiamo la SOLUZIONE FINALE del popolo Palestinese a Gaza.
Fermiamo il genocidio!
 
Tutte e tutti in piazza !!!
SABATO 18 MAGGIO 31° CORTEO a Milano organizzato dalle Associazioni e dalle Comunità palestinesi.
Concentramento ore 15:00 in Palestro angolo C.so P.ta Venezia con termine all'Università Statale a sostegno dell' Intifada Studentesca.

giovedì 16 maggio 2024

pc 16 maggio - Formazione operaia - Osare costruire qui ed ora l'organizzazione dei rivoluzionari - Prima conclusione del "Che fare?" di Lenin


Le note che abbiamo tratto dal "Che fare?" tengono fuori numerosi aspetti della teoria, concezione e azione indicata da Lenin. 

In primis il carattere clandestino che, comunque, l'organizzazione dei rivoluzionari deve avere, sia pure in forme differenti a seconda dello stadio dell'azione repressiva controrivoluzionaria dello Stato borghese e dei governi che la traducono in leggi e strutture per combatterla e arrestare i suoi membri; come del grado dei legami effettivi che questa organizzazione ha con le avanguardie operaie e l'ala militante ad essa interessata e coinvolta.

L'altra questione, ancora non affrontata in queste Formazioni operaia è il tipo di contenuti e azione che deve un autentico giornale politico nazionale, strumento indispensabile dell'azione dell'organizzazione dei rivoluzionari.

Su questo sarà necessario tornare in un altro momento della Formazione operaia. 

Quello che ci serve ora è impugnare saldamente le indicazioni delle "lezioni" tratte dal "Che fare?". Esse non hanno nulla di puramente "educativo" e "organizzativista", ma sono una sorta di "Tesi uno" per costruire qui ed ora l'organizzazione dei rivoluzionari. Sono una sorta di critica - autocritica valida al nostro interno e arma di combattimento teorico, politico, organizzativo all'esterno. 

Osare costruire questa organizzazione!

Osare lottare e vincere su questo terreno, prima battaglia di un nuovo inizio. 

pc 16 maggio - contro la repressione antioperaia - ansaldo genova - infosolidale

 Decreto Salvini, cinque operai di Ansaldo Energia condannati per blocco stradale. Nuovo! Condannati grazie al decreto Sicurezza di Salvini cinque lavoratori Ansaldo Energia che nell'ottobre 2022 scesero in piazza per difendere il loro posto di lavoro. Condanne da 8 mesi a un anno e due mesi.

pc 16 maggio - Premierato, il Times: il piano di riforma di Giorgia Meloni “fa eco a Mussolini”

Il Times accende un faro sulle riforme costituzionali portate avanti dalla presidente del Consiglio italiana. "Giorgia Meloni ha in programma di rivedere la Costituzione per dare maggiori poteri ai futuri leader italiani, sostenendo che l'attuale sistema lascia i primi ministri in preda a complotti di partito”, scrive il quotidiano britannico.l’articolo del Times – un resoconto di cronaca politica per l'edizione cartacea firmato dal corrispondente del giornale a Roma, Tom Kington – ricorda come la regola del premio di maggioranza “riecheggi una legge introdotta da Benito Mussolini, il dittatore fascista per darsi più potere”.

Si tratta della legge Acerbo, introdotta nel 1923 dal dittatore fascista, “prima di chiudere del tutto il Parlamento”, aggiunge il Times

pc 16 maggio - Seif Bensouibat verrà espulso perché indignato del genocidio - Stasera assemblea

Seif Bensouibat cittadino algerino, rifugiato politico in Italia dal 6/12/2013, educatore apprezzato da numerosi anni del liceo francese Chateaubriand, laico, incensurato e privo di carichi pendenti, a seguito della visione quotidiana dei filmati provenienti dalla striscia di Gaza, scioccato per il numero di civili inermi uccisi dalle bombe israeliane e dalle tragiche immagini dei bambini mutilati, nel gennaio scorso scriveva alcuni post rabbiosi, carichi di risentimento per la potenza coloniale israeliana e noi confronti dei suoi alleati paesi occidentali.

Post pubblicati su una chat chiusa alla quale partecipavano amici e colleghi dello stesso, mai su facebook e/o su siti aperti.

In conseguenza di tali esternazioni giunte a conoscenza dell’istituto francese e prontamente da questo comunicate alla Digos veniva dapprima sottoposto a perquisizione domiciliare alla ricerca di armi ed esplosivi, per un post, e successivamente a distanza di pochi giorni convocato in Questura e informato dell’avvio a suo carico di una indagine penale e del procedimento di revoca dello status di rifugiato con relativa convocazione innanzi alla Commissione Territoriale per l’1 febbraio.

Trascorsi oltre due mesi in totale libertà nel corso dei quali ha proseguito a svolgere le sue ordinarie mansioni, tranne quella lavorativa essendo stato nel frattempo licenziato dal liceo francese sempre a causa dei medesimi post, nella giornata odierna facevano ingresso nella sua abitazione numerosi agenti di polizia per notificargli il provvedimento di revoca dello status di rifugiato e la sua espulsione dal territorio nazionale perché ritenuto persona pericolosa per la sicurezza dello stato italiano con conseguente trattenimento in un CPR.

Il provvedimento motiva la pericolosità del Seif mediante una lettura comparata dei post con il pericolo del terrorismo religioso di matrice Jihadista, con il fenomeno dei lupi solitari, della radicalizzazione solitaria evidentemente ritenendo che i moti di sdegno, anche scomposti, urlati e rabbiosi per quanto avviene in terra palestinese possano essere ricondotti all’Isis e alla propaganda religiosa. 

Talmente minaccioso Seif, laico e con un passato ruolo di educatore nel prestigioso liceo francese, da poter girare libero nelle strade per oltre due mesi in attesa che qualcuno si ricordasse di lui e della sua pericolosità.

 

Inoltro da Instagram di Educatori per la Palestina

Oggi verso le ore 13 la polizia e' entrata in casa di Seif. 
Lo hanno prelevato, portato all'ufficio immigrazione di via Patini e da qui trasferito in un CPR (Centro Permanenza e Rimpatrio). Seif Bensouibat è il lavoratore del liceo Chateaubriand licenziato a inizio febbraio per un post su instagram contro il genocidio sionista e in appoggio alla resistenza palestinese.
Dal 5 febbraio il suo permesso di soggiorno come rifugiato politico era sottoposto a revoca. Il suo fermo e trasferimento in CPR avviene dopo il volantinaggio tenutosi ieri fuori dal liceo Chateaubriand (per l'occasione chiuso con disposizione della direzione scolastica, evidentemente per impedire che gli studenti solidarizzassero con Seif).
Chi ha organizzato la caccia alle streghe contro Seif teme lo sviluppo della solidarietà e con il trasferimento di Seif in CPR cercano di schiacciarla prima che sia troppo tardi. Adesso è il momento di dimostrare nella maniera più forte solidarietà e vicinanza a Seif e rabbia contro i suoi aguzzini.
GIOVEDI 16.5, H.21, RIUNIONE TRA AMICI E SOLIDALI DI SEIF PER DISCUTERE DELLE INIZIATIVE DA INTRAPRENDERE. APPUNTAMENTO IN VIA CALPURNIO FIAMMA 136 PRESSO LO SPAZIO SOCIALE ROBERTO SCIALABBA

pc 16 maggio - verso la mobilitazione internazionalista al G7 di Puglia - info csgpindia@gmail.com


 

pc 16 maggio-Contro il genocidio sionista sostenuto dell'imperialismo si accende sempre più la ribellione a fianco della Palestina nelle Università del mondo e anche in Italia (da Controinformazione rossoperaia del 15/05)

In diverse università italiane si lotta, l’ accampada si estende alla maggior parte degli atenei. Corteo a Palermo, presidio all'Università di Taranto. Questo dimostra come cresca la mobilitazione solidale con il popolo palestinese e di denuncia dei legami dell'Italia con con lo Stato sionista di Israele, della complicità del governo e delle istituzioni nel genocidio in corso che attraversa la nuova tappa del criminale attacco a Rafah, che ha lo scopo evidentemente di tagliare gli aiuti umanitari e di espellere l'intero popolo dalla Striscia di Gaza.

Proprio oggi (ieri) è l’anniversario della Nakba. Vogliono una nuova Nakba, per questo è necessario alzare il tiro della mobilitazione degli studenti e delle masse solidali.

Nessuna fiducia si può avere nelle dichiarazioni ipocrite di Biden che, mentre dice che si può parlare di una violazione del diritto internazionale e di un autentico crimine di guerra in corso nei confronti del popolo palestinese, intanto prepara un nuovo pacchetto di aiuti militari di oltre un miliardo per permettere allo Stato sionista d'Israele di proseguire la sua marcia genocida.

Il genocidio in corso nei confronti del popolo palestinese domanda quella risposta internazionale che, soprattutto nelle Università, in queste ore dilaga.

Nel nostro paese la posizione ipocrita di tanti di coloro che si dicono democratici si manifesta molto chiara sul problema della Palestina: denunciamo l'indegna campagna che Liliana Segre va facendo parlando di antisemitismo e non esprimendo alcun tipo di radicale condanna del genocidio in corso in Palestina da parte dello Stato sionista d'Israele, utilizzando il prestigio riconosciuto nella denuncia dell'Olocausto e nella lotta all’ antisemitismo per attaccare il movimento di massa nel nostro paese, migliaia di giovani che stanno lottando realmente nelle Università per contribuire a fermare il genocidio, per smascherare le complicità dello Stato, delle Università, delle istituzioni, della grande stampa, a fronte del genocidio.

Nelle complesse, tumultuose, partecipate, iniziative, oggi gli studenti dimostrano che la campagna indegna condotta contro di loro non fa strada, la repressione che viene scatenata sicché ogni giorno ci siano cariche dimostra solo l'enorme paura che il governo e lo Stato imperialista italiano hanno di una nuova generazione che possa entrare in campo con la bandiera della Palestina e possa mettere in discussione l'intero assetto della scuola, della società, del sistema in Italia, un sistema che marcia in direzione della guerra, con il massimo sostegno che viene dato alla guerra interimperialista in Ucraina.

Il ministro degli Interni parla di infiltrati con l'obiettivo evidente di crearsi un alibi per una massiccia repressione, per arresti, fermi, del tipo quelli in corso nelle università americane. E questa è l'ulteriore tappa del processo di fascistizzazione reazionaria del nostro Stato, dello Stato imperialista italiano e della marcia in questa direzione del governo Meloni. 

C'è stata un'irruzione dentro l'Università di Taranto a un convegno Anpi interrotto da una delegazione del comitato Palestina con lo striscione “Stop Genocidio”. La reazione in parte sconcertata ma in parte ostile dei dirigenti Anpi dimostra ancora una volta l'ambiguità di questa organizzazione sulla Palestina, già messasi in luce in occasione delle manifestazioni del 25 Aprile. In ogni caso anche questa iniziativa di Taranto dimostra che oggi è possibile alzare il tiro e fare realmente delle Università uno dei centri della mobilitazione. Ogni iniziativa che si sviluppa sia all'interno che all'esterno dell'Università è motivo per portare con forza la solidarietà alla Palestina e dare continuità alla battaglia perché non ci sia alcun rapporto con lo Stato sionista d'Israele, con l'industria della guerra.

Torniamo sullo stato delle cose all'interno delle Università a tutt'oggi. Cortei e presidi si sono svolti a Roma, Bologna, Napoli, Palermo, Padova, Torino, Pisa, Venezia, Bergamo, Trento. E oggi tende a Genova, Firenze, Bari, Cosenza. A Milano dopo la Statale e il Politecnico, la protesta arriva alla Bicocca. L'Università di Macerata è partita, la cosiddetta Intifada degli studenti dilaga nelle Università, dà un segnale a questo paese e permette a tutti coloro che sono solidali in piazza con la Palestina, ai giovani palestinesi animatori della più grande mobilitazione internazionalista degli ultimi anni, permette di trovare una sponda, un alleato, un amplificatore, un megafono e, speriamo, un detonatore perché il movimento per la Palestina è il possibile donatore dell'esplosione generale, antifascista, antimperialista. E dobbiamo andare avanti su questa strada.

A noi comunisti, a noi internazionalisti sta il compito di amplificare nel mondo del lavoro, nelle città l'importanza del movimento in corso di solidarietà alla Palestina, un movimento internazionalista perché è internazionale, perché tale è l'ondata che attraversa le Università dei paesi imperialisti.

E’ nel cuore degli assassini, dei genocidi, nel cuore del mondo di produzione capitalista e dell'imperialismo che ci sono le condizioni perché si colpisca e si ponga un freno all'aggressione genocida dell'imperialismo nel suo complesso, con il killer dello Stato sionista di Israele a fare da esecutore materiale.

Essere con la resistenza palestinese significa essere oggi dalla parte del movimento di liberazione dei proletari e dei popoli oppressi del mondo.

Noi siamo marxisti leninisti maoisti e i marxisti leninisti maoisti sanno che le due grandi correnti della rivoluzione proletaria mondiale, i proletari e gli sfruttati dei paesi imperialisti e capitalisti e i popoli oppressi dei paesi oppressi dall'imperialismo, sono le due forze motrici, l'alternativa reale all'imperialismo che ci porta verso guerra e genocidi, repressione e miseria per le masse.

C'è molto di più della solidarietà con un popolo effettivamente a rischio genocidio, massacrato, vilipeso, offeso nella dignità, nei suoi diritti, con tante donne bambini che stanno morendo come mai in una guerra. Stare dalla parte della Palestina è capire qual è la posta in gioco oggi nel sistema-mondo e soprattutto fa a pezzi la politica della falsa sinistra parlamentare, fa a pezzi la vergognosa attitudine dei sindacati confederali. 

Landini/Sbarra/Bombardieri, siete complici del genocidio in Palestina! State dalla parte dei grandi padroni delle multinazionali! Tradite gli interessi dei lavoratori sul posto di lavoro tutti i giorni ma tradite ancor di più gli interessi storici, gli interessi di una classe che non ha nulla da perdere se non le proprie catene!

Per questo tocca a noi avanguardie proletarie e comuniste, organizzate, in questo paese fare la nostra parte, considerare la Palestina la possibile scintilla che incendi la prateria, la prateria della lotta di classe, la prateria della lotta rivoluzionaria e internazionalista, la prateria di una guerra di popolo che metta fine all'orrore senza fine perché orrore è quello che sta avvenendo in Palestina.

Con la fiducia che i popoli alla fine vincono. Così è stato negli anni 70 per il Vietnam e per il gigantesco movimento di liberazione nazionale che si diffuse in tutto il mondo, ispirato, non dimentichiamolo, dalla Cina Rossa di Mao Tse Tung perché il baluardo della Cina Rossa di Mao fu la grande risorsa del proletariato e delle masse povere del mondo. Oggi non abbiamo più questo baluardo e la mancanza di questo baluardo rende difficile le cose, ha squilibrato i rapporti di forza a favore dell'imperialismo. Ma non è che una fase.  In questa di fase dobbiamo fare la nostra parte.

Operai, lavoratori, masse povere di questo paese, abbiamo una opportunità e una sfida da raccogliere e portare avanti.


pc 16 maggio - USA - La protesta nelle Università continua nonostante la repressione .- massima info e contro info

notizie dirette in via di traduzione

...College campuses continue to be the site of determined resistance to the U.S.-backed Israeli genocidal slaughter of Palestinian people. While most of the Gaza Solidarity Encampments that cropped up across the country have been violently shut down, creative and courageous protests continue to spread. And students are continuing to demand their schools divest from Israel financially, and demand an end to the genocide happening now. At many campuses faculty members have stepped forward to support the protests, speaking out against the violent assaults on their students.

As we wrote last week, “These college students, especially from 'elite' universities, are going up against their own government on a matter of strategic importance to the ruling class—the state of Israel as a military outpost for U.S. capitalism-imperialism in the strategic region of the Middle East. This is forcing many others to sit up and take notice, to question what they are going along with and to challenge long-held fundamental assumptions about the nature of this system, and their responsibility to the world.”

This has been met with slander and lies from Genocide Joe Biden and other leading representatives of this system, and a violent nationwide crackdown. Police have been called in to more than 80 campuses, and more than 2,800 protesters— mainly students—have been arrested at demonstrations or on campuses. Some of these protests have also been violently attacked by pro-Israel and MAGA fascist mobs.

System Moves to Break Up Protest Encampments, Arrest Students

Here's a roundup of just some of the protests that have spread this week, and the intensifying repression against them:

** University of Chicago: On Monday, April 29, when students first put up a tent encampment on the quad, the university administration took a hands-off approach. The school is well known for being an advocate for “free speech, and the right to protest.” But by the end of the week, it became clear that the school was going to bring down the hammer when the university president issued a letter declaring that the encampment “cannot continue.” Four days later, the university police in riot helmets marched onto campus and tore down the encampment, as students continued to protest outside. “They started very, very quickly ripping and throwing the barricades that were protecting the camp,” one faculty member who had been at the encampment to protect students said. “They started destroying the tents and throwing them.”

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At DePaul University, Chicago, entrances are blocked and people are linking arms to protect encampment from anticipated Zionist counter protesters, May 12, 2024.

 

At DePaul University, Chicago, entrances are blocked and people are linking arms to protect encampment from anticipated Zionist counter protesters, May 12, 2024.     Photo: Special to revcom.us

** University of Massachusetts Amherst: On May 7, police raided the encampment students had set up—for the second time. Students ended the first one voluntarily on April 30, but this time they’d refused to leave.  "It was a militarized zone—that's all I can explain it as. It was not our campus. It was not a safe place," a leader in the campus chapter of Students for Justice in Palestine said. "They keep calling it a riot and it simply was not a riot until the cops came and made it to be a riot. And even then, we were being peaceful." Police arrested more than 130 demonstrators. The next day hundreds turned out to protest the attack. This brutal crackdown prompted Pulitzer Prize-winning novelist Colson Whitehead to cancel his planned commencement speech: “[C]alling the cops on peaceful protesters is a shameful act,” he said. “I have to withdraw as your commencement speaker. I give all my best wishes and congratulations to the class of ’24 and pray for the safety of the Palestinian people, the return of the hostages, and an end to this terrible war.”

University of Massachusetts, cops destroy encampment, make arrests, May 7, 2024.

 

University of Massachusetts, Amherst, cops destroy encampment, make arrests, May 7, 2024.    Photo: Website screen grab

** University of Virginia in Charlottesville: On Saturday, May 4, riot police armed with M4 military carbines and chemical-gas launchers stormed the protest encampment. “We were able to hold our ground until they started to spray huge clouds of chemicals at close range,” one protester said. “When we ran back into the encampment to flush out our eyes and our throats, it was when we were separated and on the ground that they started to beat me down with their shields, drag my body by my clothes, and they sprayed us at close range with the chemicals. I saw the can close to my face. I had a friend who they ripped her goggles off and sprayed her. They took us somewhere where they had no medics and no water, while we screamed in pain. They detained 26 of us for almost nine hours with the chemicals still burning on our skins. I’m now banned from campus. This is the same campus that knew that men with rifles, Nazis, white supremacists were coming [for the fascist “Unite the Right” rally in 2017], and did not stop them. And none of those white supremacists are banned from campus.” 

Cops with riot shields viciously dismantle encampment for Palestine at the University of Virginia, Charlottesville, May 4, 2024.

 

Cops with riot shields viciously dismantle encampment for Palestine at the University of Virginia, Charlottesville, May 4, 2024.    Photo: Cal Cary/The Daily Progress via AP

** Harvard University: On May 10, more than 200 students, faculty, and staff rallied in Harvard Yard in the center of campus. They were protesting the University’s decision to put 20 students on involuntary leave because they had been taking part in the Gaza solidarity encampment which was started on April 24. Students righteously refused this “deal” of taking down their encampment in exchange for not being forced to take this “involuntary leave.” Students marched around campus, stopping at various halls and renaming them in honor of Palestinians murdered by Israel—Sidra Hassouna, a seven-year-old girl who was killed in an airstrike; Shireen Abu Akleh, the Palestinian-American journalist assassinated in the West Bank two years ago; and Hind Rajab, a six-year-old girl killed alongside her family, as well as medics who tried to save her, in Gaza.

** University of Pennsylvania: Early in the morning of Friday, May 10, police in riot gear cleared the Gaza Solidarity Encampment, arresting 33 people. In defiance of the administration’s order to disband, the encampment had been there for more than two weeks. During this time the encampment had tripled in size, with dozens of tents set up on College Green. The crackdown came after Democratic governor Josh Shapiro demanded the university “restore order and safety on campus.” Some students have received punitive suspensions which bar them from campus, commencement, university housing and dining halls and employment by the university, services, housing and jobs many students depend on.

University of Pennsylvania, Philadelphia students lock arms as police approach to clear the pro-Palestinian encampment, May 10, 2024.

 

University of Pennsylvania, Philadelphia students lock arms as police approach to clear the pro-Palestinian encampment, May 10, 2024.    Photo: Jessica Griffin/The Philadelphia Inquirer via AP

** George Washington University, Washington, DCOn May 8, police used pepper spray against students to break up their encampment that had been in place since April 26. Thirty-three were brutally arrested. This attack took place the night before the DC mayor was due to testify before Congress about the city’s response to GWU’s encampment. Following the crackdown, the hearing was canceled.

Metropolitan police cleared a pro-Palestinian tent encampment at George Washington University and arrested demonstrators, May 8, 2024.

 

Metropolitan police cleared a pro-Palestinian tent encampment at George Washington University and arrested demonstrators, May 8, 2024.    Photo: Sage Russell/GW Hatchet via AP

** Princeton University: More than a dozen students have been on a water-only hunger strike since Friday, May 3. This came after the April 25 arrest of 13 students who were occupying a building on campus. This past Friday, more than a dozen faculty members joined for a one-day fast in solidarity with the students. The students say they will continue their hunger strike until their demands are met: no charges brought against the students who were arrested and what they call a “serious meeting” with the administration for them to divest from Israel. The administration has yet to take any of this seriously and one student said in response, “If they want to let us starve, then they’re welcome to do that...”

** State University of New York (SUNY) New Paltz: On May 2, police violently raided a student encampment, attacking with batons and dogs, the day after it had been set up. “Police raided us for over three hours,” a protester said. “They knocked my friend unconscious. He had a concussion. They knocked an 82-year-old woman unconscious. All of my friends have bruises. They have red marks on their hands from the zip ties. And then, afterwards, they bulldozed all of our things.” Some 133 students and others were arrested.

** New York: On May 7, in New York City, a rabid Zionist drove his car into a protest called by Columbia University students, injuring and hospitalizing one. The NYPD then arrested the driver along with two of the victims for banging their hands on the hood of his car! The driver was charged with second-degree assault. No charges were filed against the two protesters.

** UCLA: On Monday, May 6, 44 people, mainly students, were arrested for “conspiracy to commit burglary” for allegedly planning to occupy Moore Hall on the campus in protest of the genocide in Gaza. This included two members of the Revcom Corps for the Emancipation of Humanity. Arrests included journalists and legal observers. After, there was a brief sit-in in one of the campus buildings and several hundred students participated in a march around campus.1

pc 16 maggio - ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - La guerra dei salari - L’Europa dei governi e Stati imperialisti trasforma le frontiere in prigioni

 

pc 16 maggio - La Palestina incendia università e piazze - da Torino

 

pc 16 maggio - Acciaierie d'Italia: dagli incontri romani niente di buono e di concreto - e i sindacati invece raccontano ai lavoratori balle

 La situazione per gli operai diretti e dell'appalto invece di andare avanti va indietro. 

Nell'appalto ancora tanti lavoratori non sono tornati al lavoro, altri pur rientrati tuttora non hanno ricevuto gli stipendi non percepiti da gennaio fino al rientro; intanto per la cassaintegrazione, le altre 10 settimane aggiuntive, riconosciute in un decreto, non sono state autorizzate ancora dal Ministero del lavoro e peraltro l'Inps fa ostacolo alle ditte per la proroga di quella in corso, scadente il 20 maggio, sostenendo che sarebbero tornate al lavoro, quando questo non è vero per tutte e anche in ditte rientrate una parte dei lavoratori è ancora fuori.

Quindi anche chi lavora - tra l'altro molti con contratto a termine, proroghe - non ha certezza del domani. I padroni e padroncini dell'Aigi riprendono a minacciare fermate, perchè anche a loro i soldi promessi dei crediti in realtà non arrivano mai, e tutti: governo, banche, Sace, contribuiscono a rendere impossibile ottenere questi pagamenti. Le Ditte, chiaramente, a loro volta scaricherebbero ancora una volta sui lavoratori, mandandoli a casa o non pagando i salari.

Come ha detto stamattina un operaio: noi siamo l'ultima ruota - ma aggiungendo subito - ma sono le nostre ruote che tirano tutta la carrozza...

Ad Acciaierie la cassintegrazione si allarga e si estende nel tempo, anche a causa delle fermate per incidenti, ma sarebbe più giusto dire per impianti a "pezzi", che fanno rischiare anche gravi infortuni. I